E’ arrivata, finalmente. Dopo mesi di contatti e segnalazioni, il Ministro Maroni ha concesso alle Commissioni di vigilanza di concludere l’esame delle attrazioni entro il prossimo 31 dicembre. In Associazione si è saputo nella tarda serata del 23 dicembre, e subito sono partire quattrocentocinquanta email e quasi mille SMS, per informare i Soci del fatto che la maggior parte di loro non avrebbe dovuto chiudere dopo Capodanno.

Non è stato facile convincere il Ministro a concedere questo differimento, sono serviti soprattutto i contatti personali, ma anche la creazione di un movimento di opinione, fortemente stimolato dall’ANESV, che ha coinvolto l’ANCI ed alcuni Prefetti, tra i quali quello della Capitale. Al Ministro va dato atto di aver compreso che la richiesta di un differimento di termini, che tutte le organizzazioni di categoria sono solite richiedere per interessi corporativi, era invece motivato da una situazione generale di forte disagio, con migliaia di richieste di registrazione ancora da esaminare, anche a causa delle tardive indicazioni che il Ministero ha emanato. La prima circolare di commento al DM 18 maggio 2007 è stata emanata il 1° Dicembre 2009, a due anni e mezzo dalla emanazione, ed a dieci giorni dalla scadenza del termine. La seconda circolare è stata emanata solo il 15 ottobre scorso, a poco più di due mesi dal termine ultimo per ottenere il codice identificativo. Questa cronologia non ha certo contribuito a rendere più veloci le procedure negli uffici comunali e prefettizi.

Anche alcuni professionisti – bisogna dirlo – hanno dato il loro contributo a complicare le cose: a fianco di valenti tecnici, che hanno onorato gli impegni realizzando materiali curati ed attendibili, si sono inserite persone che si sono accaparrate decine, centinaia di pratiche, e che negli ultimi giorni di dicembre non rispondevano più neanche al cellulare, forti della relazione con committenti che non avevano pensato di contrattualizzare gli impegni. In Associazione abbiamo ricevuto centinaia di telefonate di esercenti preoccupati del fatto che non fossero nelle condizioni di registrare le attrazioni entro lo scorso dicembre, a causa della mancata consegna dei documenti da parte dei professionisti. Sulla qualità di certi libretti dell’attività e manuali, collazionati sulla base di improbabili “copia-incolla” relativi ad attrazioni di altro genere, sorvoliamo per carità di patria. Certo è che le Commissioni, che hanno dovuto richiedere spesso di eliminare dai documenti pagine che si riferivano ad altri lavori. 

Nelle Commissioni non tutto è andato per il verso giusto: a volte si è fatta confusione tra il procedimenti di “agibilità” e quello di registrazione: il primo riguarda la possibilità di far accedere il pubblico, con gli evidenti aspetti di sicurezza inerenti la installazione, la registrazione riguarda invece la sicurezza di una “macchina”, prescindendo dagli aspetti tipici di un esame ai fini dell’agibilità. Invece si sono chiesti estintori, transenne, caratteristiche del terreno ed altri elementi che con la assegnazione del codice identificativo all’attrazione hanno poco a che fare.

I mesi che ci separano dal termine del prossimo 31 dicembre – che si configura come non più prorogabile – devono essere utilizzati da tutti i soggetti coinvolti per portare a compimento la registrazione delle attrazioni in esercizio, ma soprattutto per integrare il decreto 18 maggio 2007 con importanti modifiche e semplificazioni. Negli uffici ministeriali ne parliamo da due anni, ma ancora non si riesce ad ottenere quello che da tutti – costruttori, esercenti, amministrazioni comunali –  è richiesto, ovvero una sostanziale semplificazione per le “piccole” attrazioni a gettone o moneta, presenti in decine di migliaia di esemplari. Noi al Ministro lo abbiamo fatto sapere: la proroga era indispensabile e bene ha fatto il Ministero a concederla, tuttavia è assolutamente necessario accompagnare il provvedimento con la emanazione delle modifiche al decreto. Altrimenti i problemi aperti resteranno tali, e il prossimo novembre saremo costretti a chiedere altro tempo. Sinceramente, vorremmo essere messi nelle condizioni di evitarlo.

 Maurizio Crisanti